lunedì 21 giugno 2010

Comunicazione non violenta


L'ha inventata Marshall Rosenberg più di trent'anni fà. 
Da allora la insegna in tutto il mondo, anche in zone di guerra, in Rwanda, nei paesi economicamente depressi e ovunque altro ci siano persone, dirigenti d'azienda, politici, diplomatici, educatori, che sentono la necessità di "cambiare registro" e pensano che costruire un mondo in cui si può "essere al servizio della vita" sia ancora possibile.

La Comunicazione Consapevole e Non Violenta  insegna a comunicare in modo autentico, esprimere la propria forza, nel rispetto altrui e di noi stessi, senza essere aggressivi.
Insegna anche a superare, in caso di malessere o disaccordo, la tendenza a "lasciar perdere” per non ferire  o essere feriti. 
Di fronte a un problema  ci aiuta a mettere a fuoco a cosa stiamo reagendo e quali sono i nostri sentimenti e bisogni e ci insegna ad esprimere richieste negoziabili con l'obiettivo di  raggiungere la soluzione migliore per tutti.
"Chiedere" anziché  "ordinare" ci rende capaci di accettare la risposta dell’altro, qualsiasi essa sia, di permettergli di esprimere con chiarezza i suoi sentimenti e bisogni, di chiedere a sua volta e di cercare con noi la soluzione migliore per tutti.  

Il modello è semplice: 4 passi per osservare, sentire e verificare sentimenti e bisogni propri e degli altri.


Osservare i fatti senza valutare
Il primo passo è imparare ad osservare e descrivere in modo chiaro e neutro i fatti concreti che diminuiscono il nostro benessere, informando l'altro in modo preciso su quanto sta succedendo.
Un malessere indica che è successo qualcosa e  che stiamo reagendo a un evento o a una situazione.

Identificare e d esprimere emozioni e sentimenti
Significa fare il punto su come ci sentiamo in relazione a ciò che è successo e che abbiamo descritto.
Ogni fatto scatena in noi sensazioni collegate a pensieri, emozioni e sentimenti.
Prima di valutare se e come reagire è quindi utile domandarsi “Cosa sento?”
Questo passaggio ci può aiutare ad evitare di scaricare  rabbia e malessere sull’altro e ci consente di trovare disponibili molte più opzioni tra cui scegliere. 

Riconoscere le necessità, i bisogni e i valori
Un malessere è solitamente il segnale che un  bisogno o un valore importante sono stati frustrati e che c’è qualcosa di insoddisfatto. Sensazioni, pensieri ed emozioni rivelano i nostri veri bisogni aiutandoci  a capire cosa ci serve, cosa è importante per noi, in che direzione vogliamo andare. 

Esprimere richieste chiare e negoziabili
Consapevoli dei nostri bisogni reali, possiamo imparare impariamo a formulare richieste concrete, in modo efficace, empatico, rispettoso di noi stessi e degli altri. Chiedere significa evitare di dare ordini, manipolare o cercare di obbligare  l’altro a fare quanto vogliamo. Esprimere una richiesta negoziabile è il primo passo per cercare insieme all’altro una soluzione benefica per tutti.

Il metodo è semplice, apparentemente. Ma lo è, appunto, apparentemente. Implica un sincero dialogo con se stessi, una onesta visione di quello che siamo, compresi gli aspetti che preferiremmo non avere e che tanto ci fanno infuriare quando li vediamo negli altri.

Nei prossimi post qualche dritta su ciascuno dei 4 passi elencati. Non risolveranno, ma di sicuro aiutano. 

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