Ciascuno di noi vive portandosi a spasso una potente voce interna che critica e svaluta noi e gli altri allontanandoci dalla soluzione dei problemi.
Le regole del “saper vivere” che abbiamo imparato da genitori, insegnanti ecc. ci hanno imposto una lunga serie di limiti attraverso il meccanismo di “punizione e premio”.
Questo sistema di insegnamento è così radicato in noi che non ci rendiamo conto dei suoi effetti negativi e cioè dell’essere divisi in un Giudice che condanna e in una Vittima/colpevole sempre più debole e prigioniera.
Il dialogo interno critico ci allontana dai nostri bisogni profondi tanto che smettiamo di agire nella direzione utile a soddisfare le nostre necessità fino ad arrivare a stati più o meno gravi di depressione, che altro non è che uno stato di mancanza di contatto con noi stessi, con le nostre necessità e con le nostre forze e azioni creative.
Ci servono quindi energie e attenzione per individuare questi atteggiamenti distruttivi e trasformarli in idee e comportamenti utili ed efficaci per la vita.
Osservarci ci permette di rivelare all’altro in forma chiara e sincera cosa succede e come ci sentiamo, a patto che il nostro messaggio non contenga nessun giudizio.
Se l’osservazione contiene una valutazione, invece, i nostri messaggi saranno pressoché inefficaci perché l’altro, sentendosi criticato, opporrà resistenza o si chiuderà.
Imparando a differenziare le osservazioni dai giudizi diventiamo consapevoli dei condizionamenti culturali che ci limitano.
I pensieri pieni di critiche, colpa, ira non creano un ambiente sano al nostro interno, né con gli altri. La Comunicazione Consapevole e Non Violenta ci invita a centrarci su ciò che desideriamo piuttosto che su ciò che va male in noi e negli altri.
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