Quando proviamo emozioni negative stiamo così male che pur di uscire da questo stato tendiamo a dare la colpa a qualcun altro: “Sono arrabbiato perché tu/ perché i vicini/ perché mio padre/ perché il lavoro .... ecc. ecc.
Questa modalità da vittima attribuisce all’altro la responsabilità di ciò che viviamo e gli consegna la “chiave” del nostro benessere garantendoci di rimanere nelle situazioni spiacevoli.
Emozioni e sentimenti sono come le spie del cruscotto di un’auto e servono a segnalare se un bisogno è soddisfatto o no.
Riconoscere ed accogliere le emozioni porta vantaggi significativi:
1. non dobbiamo più essere vittime indifese dei comportamenti degli altri
2. possiamo esprimere quello che sentiamo per incoraggiare la cooperazione degli altri, anziché la loro opposizione.
Gli altri possono stimolare le nostre emozioni, ma siamo noi a crearle scegliendo come “prendere” ciò che ci dicono e fanno.
In termini pratici questo significa che le opzioni disponibili si moltiplicano.
Se qualcuno ci dice “Sei la persona più egoista che io abbia mai conosciuto!!!!” noi possiamo:
1) sentirci colpevoli: “Si, sono egoista e dovrei essere più sensibile con gli altri”
Accetiamo il suo punto di vista dell’altro e ci facciamo carico della colpa. Risultato: ci sentiamo colpevoli, depressi carichi di vergogna
2) contrattaccare: “Non hai diritto a dirmi questo, con tutto quello che faccio sempre per venire incontro alle tue esigenze, l’egoista vero sei tu!”
Restituiamo protestando, ci arrabbiamo. Risultato: litighiamo.
3) ascoltare i nostri sentimenti e necessità: “Quando mi dici che sono egoista mi sento triste e stanco perché vorrei anche che tu riconoscessi gli sforzi che faccio spesso per venire incontro alle tue necessità”
Centrando l’attenzione in noi scopriamo cosa ci ferisce di più e quale bisogno non viene soddisfatto.
4) usare l’empatia per capire i sentimenti e le necessità dell’altro: “Ti senti offesa perché avresti bisogno che si tenessero più in conto le tue necessità?”
Invece di colpevolizzarci o colpevolizzare l’altro per ciò che ha detto ci mettiamo in un atteggiamento empatico che cerca di chiarire cosa l’altro esattamente prova e di cosa ha bisogno.
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