giovedì 1 luglio 2010

CNV: Esprimere richieste chiare e negoziabili

Dopo aver chiarito a noi stessi di cosa abbiamo bisogno per stare bene adesso formuliamo le nostre richieste in termini di azioni che spiegano cosa possono fare gli altri perché questo succeda.

Nel farlo di solito commettiamo una serie di errori:

1. usiamo un linguaggio vago per indicare come vorremmo che una persona fosse o si sentisse senza precisare le azioni che vorremmo che facesse. “Voglio che tu mi ami!” può essere una richiesta incomprensibile piuttosto che “Mi piacerebbe tanto che quando ci incontriamo mi abbracciassi, cosa ne pensi?”

Le frasi vaghe, astratte, ambigue possono essere fraintese, una richiesta poco definita può bloccare la comprensione o può essere vissuta come eccessiva: “Ho bisogno della tua attenzione!” piuttosto che “Vorrei parlarti di una cosa importante, quando può essere un buon momento per te?” 

2. usiamo le domande indirette, che creano spesso irritazione : “Ho sete” invece di “Potresti portarmi un bicchier d’acqua?”.
Una domanda indiretta presume che l’altro capisca la richiesta implicita nelle nostre parole e questo non è per niente certo, e da la sensazione a chi la riceve di essere manipolato.

3. chiediamo ciò che non vogliamo invece di chiedere ciò che vogliamo: “Voglio che non lavori troppo” piuttosto che “Vorrei che tu passassi più tempo con me e i bambini”


Più chiaramente esprimiamo quello che desideriamo e più facilmente possiamo ottenerlo.
Esprimere ciò che desideriamo è molto diverso dal dare ordini.
Quando ordiniamo vogliamo obbligare l’altro a cambiare i suoi comportamenti. Quando le nostre richieste sono negoziabili ed espresse come proposte creiamo una relazione autentica, basata sull’empatia e sulla comprensione reciproca che serve a dialogare e a soddisfare tutti..

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