Ieri sera ho letto un interessantissimo articolo di Stefano Cera intitolato
"Il dilemma del negoziatore tra competizione e cooperazione" scaricabile da qui.
L’ho trovato interessante perché mi ha fatto balenare alcune riflessioni.
Il suo articolo parla di negoziato, ma, che ci piaccia o no, ha molto a che vedere con il nostro vivere quotidiano.
Nell’articolo Stefano Cera definisce le strategie che vengono utilizzate nella gestione dei conflitti lui dice: “
Tuttavia, ha anche alcuni svantaggi: infatti genera tensione e sfiducia tra
La strategia cooperativa mira invece a “creare” valore in una trattativa, in maniera tale che le parti
lavorano insieme per aumentare la posta in gioco e non combattono tra
Il metodo utilizzato non è mai remissivo, ma costruttivo, empatico e finalizzato a far emergere gli interessi comuni tra le parti (approccio “win-win”), che concorrono a
L’approccio cooperativo ha importanti vantaggi: genera più facilmente l’accordo e migliora la relazione interpersonale, incoraggiando l’interlocutore a seguire le nostre regole del gioco.
Anche in questo caso ci sono alcuni svantaggi: la difficoltà a raggiungere risultati concreti, il rischio di essere sopraffatti da un interlocutore tenace e poco portato a
Dalla loro interazione, le parti potranno creare valore solo se saranno
Se invece nessuno è disposto a collaborare ne soffriranno entrambe.”
Ecco. L’ultima frase mi ha dato parecchio da pensare.
Dal punto di vista delle persone coinvolte nella dinamica, infatti, il punto cruciale mi pare essere quello del dilemma tra paura e coraggio. Oppure tra irresponsabilità e responsabilità personale.
Per cooperare servono coraggio e responsabilità mentre il “brutto muso” può nascondere la paura di perdere qualcosa così come l’attenzione al risultato piuttosto che alla relazione.
Mi sembra proprio che, da qualsiasi punto di vista la si guardi, la domanda è sempre la stessa: quanto siamo disposti a “sporcarci le mani con la vita” o quanto piuttosto ci dedichiamo ad accumulare risultati pensando che siano questi a darci la misura di quello che siamo?
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