sabato 3 aprile 2010

La resilienza e il fiore di loto

Mai come adesso è necessario adottare atteggiamenti nuovi davanti a problemi vecchi.
Le crisi sono cicliche, sia collettive che individuali.
Ogni tanto arriva l’ondata, l’uragano, la scossa che spalanca il terreno sotto i piedi.
Non si può evitare.
Ma si può imparare a non restarci sotto e a conservare quel tanto di vitalità per imparare, crescere e uscirne più forti di prima.

Nietsche diceva ” Quello che non ti uccide ti rende più forte”. Bello. Ma come si fa?

Serve essere resilienti. Qualcuno, fortunato, ci nasce. Agli altri non resta che imparare. La buona notizia è che si può.

Resilienza significa "riprendersi" dalle esperienze difficili, cioè da tutte quelle circostanze avverse, di qualsiasi natura, di fronte alle quali periodicamente ci ritroviamo: difficoltà, traumi, tragedie, minacce, problemi familiari e relazionali, problemi di salute o situazioni finanziarie e lavorative pesanti.

Per accrescere la resilienza ciascuno deve trovare il suo modo: non ce n’è uno che va bene per tutti.
Però ci sono dei suggerimenti dell’American Psychological Association che possono tornare utili:

Creiamo rapporti.
Avere buone relazioni con i familiari più prossimi, con gli amici o con gli altri è importante e rafforza la resilienza così come l’accettare aiuto e sostegno Alcuni, per recuperare speranza, trovano utile essere attivi in gruppi civici, organizzazioni religiose, o associazioni di vario tipo.
Ricordiamoci che sostenere gli altri nel momento del bisogno può portare grandi benefici anche noi.

Evitiamo di vedere le crisi come problemi insormontabili.
Non possiamo evitare che accadano eventi molto stressanti, ma possiamo cambiare il nostro modo di interpretarli e di reagire ad essi.
Guardare “un po’ più in là”, oltre il presente, può fornirci la vita d’uscita giusta e a intravedere nel futuro circostanze migliori.
Un po’ come dire a se stessi “quando si tocca il fondo si può solo risalire!”.

Accettiamo il fatto che il cambiamento è parte della vita.
Certi obiettivi possono cambiare a causa di circostanze avverse.
Accettare le situazioni che non possono essere modificate può esserci d'aiuto per concentrarci su quelle che possiamo cambiare.

Muoviamoci verso i nostri obiettivi.
Diamoci obiettivi realistici e facciamo azioni, anche piccole, regolari per realizzarli. Domandiamoci
"Che cosa posso fare oggi che mi faccia muovere nella direzione in cui voglio andare?".


Compiamo azioni decise.
Nelle situazioni avverse, per quanto possiamo, agiamo. Passiamo all’azione invece di estraniarci o elucubrare aspettando o sperando che i problemi spariscano da soli. Difficilmente succederà.

Cerchiamo la lezione da imparare.
Ogni volta che ci troviamo in difficoltà abbiamo l’occasione di imparare qualcosa su noi stessi. Dalla lotta nelle situazioni difficili molti escono cresciuti e trasformati. Sono tante le storie di persone che hanno attraversato esperienze per poi avere relazioni migliori, maggiore consapevolezza della propria forza, più autostima, una spiritualità più sviluppata e hanno apprezzato di più la vita.

Nutriamo una visione positiva di noi stessi.
Manteniamo la fiducia nella nostra capacità di risolvere problemi e fidiamoci dell’aiuto del nostro istinto.

Manteniamo la prospettiva.
Anche di fronte a eventi molto dolorosi, consideriamo le situazioni stressanti in un contesto più ampio e manteniamo una prospettiva di lungo periodo. Evitiamo di drammatizzare e di gonfiare oltre misura gli eventi.

Manteniamo una visione fiduciosa.
L’ottimismo ci permette di aspettarci che nella nostra vita succedano cose buone. Restiamo concentrati su ciò che vogliamo piuttosto che preoccuparci di ciò che temiamo.

Prendiamoci cura di noi.
Facciamo attenzione ai nostri bisogni e sentimenti. Cerchiamoci attività che ci piacciano e ci rilassino.

Impariamo dal passato.
Mettere a fuoco le esprienze passate e i nostri punti di forza ci può aiutare ad individuare le strategie più adatte a sviluppare la nostra resilienza.

Per rafforzare la resilienza, infine, qualcuno scrive su un diario i suoi pensieri e sentimenti più profondi, altri usano la meditazione e le pratiche spirituali. Il punto è capire quali sono, per ciascuno di noi, i modi più adatti ed efficaci.

In definitiva, quindi, la decisione da prendere è solo una: guardare dentro se stessi onestamente e attingere alle nostre risorse piuttosto che aspettarci il “miracolo” da fuori.

Potremmo imparare dal fiore di loto, che nasce nel fango e di esso si nutre ma resta puro e integro. Può essere doloroso e di sicuro non è semplice. Ma se abbiamo il coraggio di farlo, allora i miracoli succedono davvero.

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